25 ott 2011

RIMPIANGERAI

Noi che siamo amati .... Noi ti abbiamo dimenticato
Tu non dimenticarci .... Non avevamo che te sulla terra
Non lasciarci diventare gelidi .... Anche se molto lontano sempre
E non importa dove .... Dacci un segno di vita
Molto più tardi ai margini di un bosco .... Nella foresta della memoria
Alzati subito .... Tendici la mano .... E salvaci.
(J.Prèvert)


RIMPIANGERAI

Rimpiangerai
i miei occhi che adesso tu non vuoi,
pieni d'amore e d'odio e di lacrime vere:
ma sono i soli che possono vedere
oltre i fili dei tuoi capelli bianchi,
oltre i tuoi seni stanchi,
la bellezza
della giovinezza
quando contro il mondo ,in duello
combattevamo ,alleati,
per avere il nostro castello
e bimbi non ancora nati.

Non troverai nelle pupille
di nessun altro,le faville
che sprizzavano dal nostro fuoco
nel nostro nuovo,antico gioco.

Con tenacia abbiamo edificato,
e con tenacia distrutto.
Qual lutto!

Ma le nostre frecce,hanno lasciato
l'arco,e volano in cerca di gloria.

Nella foresta della memoria,
il nostro amore,disperato,
come l'asino di Prèvert,testardo,
ultimo forte e baluardo,
paziente attende che lo invochiamo,
che la mano tendiamo....

Chè solo io posso vedere
nelle tue pupille nere
nei tuoi occhi un po' velati,
i giorni gloriosi,i giorni beati,
quando nel giardino silvestre,
nel pararadiso terrestre,
con gioia selvaggia e sbigottita,
piantavamo l'albero della vita.

7 mar 2011

il principe ranocchio

Chétati e non piangere, - rispose il ranocchio, - ci penso io; ma che cosa mi darai, se ti ripesco il tuo balocco?



- Quello che vuoi, caro ranocchio, - diss'ella, - i miei vestiti, le mie perle e i miei gioielli, magari la mia corona d'oro.


Il ranocchio rispose: - Le tue vesti, le perle e i gioielli e la tua corona d'oro io non li voglio: ma se mi vorrai bene, se potrò essere il tuo amico e compagno di giochi, seder con te alla tua tavolina, mangiare dal tuo piattino d'oro, bere dal tuo bicchierino, dormire nel tuo lettino: se mi prometti questo; mi tufferò e ti riporterò la palla d'oro.


IL PRINCIPE RANOCCHIO


Disse la principessa :"mannaggia,la mia palla,
la palla tanto amata,dorata e tutta gialla,

dentro l'acqua è caduta della fonte in giardino

Io mi sento perduta,priva del mio giochino.

E triste singhiozzava finchè s'udì un cra-cra

e lui si presentava : Ser Ranocchio! son qua.

Per difendere i deboli e consolar le belle

m'han fatto cavaliere di fonti e di cannelle.



Oh dolce ser Ranocchio-pregò la Principessa-

trovatemi le palle e vi faccio promessa

ori ,perle e gioielli ,di darvi in guiderdone

anzi,vo' rovinarmi,pure le mie corone.


Non bramo le ricchezze oh mia cara fanciulla.

I dollari e gli yen per me non sono nulla;

Amor vorrei che fosse, e in core la passione,

tal che si desiasse il mio color verdone.



Ma sol ,come Goffredo il bardo innamorato,

un bacio inver ti chiedo e morirò beato.

Promette la birbetta ed egli inver s'immerge

poi con la palla in bocca,dal fango dritto s'erge.


Prende il gioco la bella e un bacio gli disfiora
ed a quel punto un brivido le volge le interiora.

E pouf...in una nuvola di fumo ,un'esplosione

e qualcuno trasmutasi,col botto d'un cannone.



Una strega gelosa,al party trascurata,

il dì della sua nascita s'era molto arrabbiata

e la bella ranocchia,figlia del Re del Lago

in scialba Principessa ti mutò per divago.

Prevedea l'incantesimo di questa sciagurata,

che sol bacio d'amore l'avria ritrasformata,

ed or di fronte al Principe Ranocchio,il più figone,

sta una Rana Reale d'un bel color verdone.


Lieti d'Amore portano la nuova a babbo e mamma
tuffandosi nell'onde d'un tramonto di fiamma.

E , come il salmo , in gloria finisce la novella.

Di tremila girini nei fossi si favella.




Se state mal da singoli,recatevi a pescare.

Sulla riva d'un fosso provate a lacrimare.

Le vostre belle palle ,d'aver perduto,dite.

Senza smorfie baciate le Rane d'Afrodìte.